giovedì 25 settembre 2014

Tana del bianconiglio.

Erano tre se non quattro mesi che non provavo quella sensazione.
C'ero quasi riuscita, avevo quasi vinto, eppure oggi sono tornata a cercare il bianconiglio e sono ricaduta nella solita trappola, nella sua tana che è tanto piacevole quanto terrificante.
Ho riprovato l'ebrezza di quella lama sulla pelle, quel tocco di dolore che mi serviva per placare ogni sentimento, ogni sensazione, ogni vibrazione dell'anima.
Tutto è iniziato stamattina, quando invece di andare a scuola sono dovuta andare al CSM per fare delle visite, tornata a casa la crisi, iniziata ieri notte, è peggiorata.
Mia madre è dovuta uscire, io avevo intenzione di prendere altro valium e dormire, per placare tutto quel frastuono che faceva la mia testa.
Ma è stata questione di minuti e la tentazione è stata troppo forte, sono corsa in bagno e ho ripreso la mia lametta, compagna di avventure.
Sembrava quasi che mi aspettasse, era lì, pronta a fare il suo dovere.. ed io ero lì con lei, pronta a mettere in atto il mio dolce-amaro masochismo.
1 taglio.
2 tagli.
3 tagli.
4 tagli.
5 tagli.
6 tagli.
Il sangue cominciava ad essere troppo e quando mi sono accorta che il lavandino era passato dall'essere bianco all'essere rosso la mia mente è tornata in uno stato di semi-coscienza.
Ho pulito tutto, ho cercato di fermare l'emorragia meglio che potevo, mi sono messa un cerotto di dimensioni innaturali, uno di quelli che compri in farmacia solo quando sai che vorrai farti del male (o almeno, questo vale per me)... maglione e via, si torna in salotto come se niente fosse accaduto.
Con il sangue sono usciti anche i pensieri, le allucinazioni, i dolori, l'ansia, tutto quanto.. ogni strascico di emozione che il mio cervello non tollerava è uscito insieme a quel sangue dannato.

Ora come mi sento? Mi sento fallita, mi sento inerme davanti a questa condizione per la quale non sono in grado di affrontare le emozioni come una persona normale, mi sento inerme di fronte all'anoressia, all'autolesionismo, a tutto quanto.
Mi sento come se questa volta, dalla tana del bianconiglio, non sia in grado di uscire.

Devo assolutamente trovare il coraggio di informare dell'accaduto: il mio ragazzo, mia madre, la psichiatra. Anche se so già a cosa andrò incontro, ma non posso risparmiarmi di farlo.

Ester non sa più niente, Ester è persa nella tana del bianconiglio.

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